"Monsignor Angelo Vallejo Balda - il "corvo" accusato, insieme a Francesca Immacolata Chaouqui, di avere rivelato importanti documenti della Santa sede - è stato prelevato dal Collegio dei Penitenzieri francescani, dov'era agli arresti domiciliari, ed è stato trasferito di nuovo nel carcere vaticano".
Perché? Perché monsignor Vallejo Balda, più che Angelo di nome, è recidivo di reato. Ed anche in modo diabolico. E' infatti accaduto che, un bel giorno, alcuni rimasti sconosciuti si sono presentati alla portineria dei buoni frati francescani della Penitenzieria e hanno lasciato un pacco di dolciumi per l'amareggiato monsignore ai domiciliari. Ma che cosa c'era, in realtà, nel paco? Dei dolciumi sopra sì, ma sotto un cellulare, una scheda sim e un caricabatterie. Che il monsignore, naturalmente, non ha denunciato, ma ha cominciato ad utilizzare telefonando a destra e a manca. I gendarmi pontifici, insospettiti chissà come, lo hanno lasciato chiacchierare per alcuni giorni, l'hanno intercettato, poi hanno deciso di sorprenderlo in flagrante e, di qui, l'inevitabile ritorno nella cella del carcere. Dove dovrebbe essere più difficile, ora, ricevere un bell'uovo di cioccolata, nell'imminenza della Pasqua, con dentro, magari, un computer di ultima generazione come gradita ed utile sorpresa.
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