"Domani, 19 marzo, la cara, tradizionale, anche se diventata troppo commerciale, "Festa del papà".
Ma ancora "Festa del papà" per tutti i figli, specialmente per i più piccoli che l'aspettano con impazienza e con gioia? I figli in una coppia di naturale genere maschile, ad esempio, festeggeranno due padri o quello che sarà stato loro indicato - avendolo capito o no - come il padre-padre? E i figli in una coppia di naturale genere femminile, invece, non festeggeranno come tanti loro amichetti o festeggeranno quella che sarà stata indicata - avendolo capito o no - come la madre-padre? Alcuni asili e alcune scuole elementari, nell'imbarazzo, avevano risolto la questione con il decidere di non festeggiare per evitare imbarazzi, turbamenti, delusioni, tristezze, invidie fra i bambini. Poi, in alcuni casi, si è tornati indietro nella decisione, ma rimanendo nell'incertezza sul come comportarsi. D'accordo, per carità, la tutela dei più elementari diritti da riconoscere alle coppie omosessuali. Ma perché non prestare attenzione anche ai diritti e alla felicità, pur la più semplice, dei figli conviventi? Perché non perfezionare le norme affinché questi figli non debbano sentirsi, troppe volte, esclusi e diversi? Sarà possibile fare qualcosa prima dell'8 maggio quando, come da tradizione, verrà festeggiata l'ancor più cara, anche se ancor più commerciale, "Festa della mamma"? A parti inverse, altrimenti, si riproporrebbe la stessa inquietante questione del 19 marzo. E specialmente per i bambini più piccoli - con tante scuse con chi la pensasse diversamente - sarebbe, invece che una festa, uno dei giorni più amari e più infelici della loro vita.
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