"Il diciassettenne rom che aveva investito ed ucciso a Roma un ciclista - senza neppure fermarsi - si è alla fine consegnato ai carabinieri e, per questo gesto pur tardivo, non è finito in carcere".
Dov'è finito? Finito, ai domiciliari, in consegna alla sua famiglia. Anche se, chiaramente, la sua famiglia avrebbe potuto educarlo meglio e, forse, non sarà in grado di farlo neppure ora. E, dunque, la domanda: il diciassettenne assassino, oltretutto già con precedenti, non è finito in carcere perché si è dovuta applicare una legge sconsiderata o perché una legge giusta è stata interpretata sconsideratamente da chi doveva fare giustizia?
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