"Ma poi - c'è da chiedersi sempre realisticamente - le potenti "lobby" dei fabbricanti e dei commercianti di armi lasceranno amorevolmente campo libero agli "operatori d'amore"?"
C' è da essere molto scettici. Ma non ideologicamente. Sulla base, invece, dei dati raccolti dal Sipri (l'Istituto internazionale indipendente di ricerche sulla pace, con sede a Stoccolma) dati che stanno lì a testimoniare che, negli ultimi cinque anni, gli Usa hanno esportato armi per 31 miliardi, la Russia ne ha esportate per 27, la Cina, la Germania e la Francia per 5, l'Italia, la Spagna e l'Ucraina per 3, Israele per 2. E - quello che è ancora più grave - gran parte in Paesi ad alto rischio proprio o in Paesi ad alto rischio di rivendita ai terroristi quali Unione degli Emirati arabi, Arabia saudita, Algeria, Pakistan, Bangladesh, Myanmar, Marocco, Turchia. Senza curarsi - o, meglio, volersi curare - delle loro pur evidenti "manfrine". L'anima del commercio, d'altra parte, sembra ormai valere, più che mai, di migliaia e migliaia di anime umane. Del Dio cristiano e dell'Allah musulmano.
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