"Negli Stati Uniti - protagonista o no un fanatico assassino dell'Isis - ad Orlando, nella strage del "pub", sono morti in 49 e in 53 sono rimasti feriti, alcuni in modo grave".
Piangere ed indignarsi? Certo. Ma perché non dire anche, francamente, che gli Stati Uniti stanno continuando a volerselo? A volere queste stragi orribili, ma anche - come denunciato dal "Washington Post" - ben 355 sparatorie in un anno e, cioé, più di una al giorno? A volerlo, insomma, perché, quando un Paese arriva a contare - come rilevato dal "Congressional research service" - circa 319 milioni di abitanti, ma 375 milioni di armi da fuoco in circolazione, dovrebbe mettere in conto certe terribili conseguenze e avvertire l'obbligo di evitarle. Dice: ma il secondo emendamento della Costituzione recita che "il diritto dei cittadini di detenere le armi non può essere infranto". Un secondo emendamento - con tutto il rispetto - buono, però, per un'America di banditi, sceriffi, cercatori d'oro e "saloon" di villaggio. I cui padri costituenti non avrebbero certo immaginato potesse servire a coprire, poi, le folli o criminali stragi dei secoli a venire. Non avrebbero certo immaginato quanto quell'emendamento avrebbe reso potente la tristemente nota "lobby delle armi". E così florido il commercio di fucili e revolover. Negli Stati Uniti oggi, se uno vuole un caffé, deve fare seicento metri per trovare un bar. Ma, se vuole un'arma anche da guerra, bastano cento metri ed ecco il suo negozio con i prodotti più moderni. Piangere ed indignarsi per le stragi sì, dunque, ma...
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