"L'Europa - ha detto Renzi a quell'attuale Presidente dell'Europarlamento, Martin Schultz, che lui ritiene suo amico - deve occuparsi un po' meno delle regole sulle banche e un po' di più di lavoro e di famiglia".
Più che giusto e obiettivamente condivisibile. Peccato, però, che il Matteo, prima di bacchettare a ragione l'Europa, non bacchetti a ragione se stesso. Perché lui, specialmente in quest'ultimo periodo, mentre ha salvato quaattro banche e non ha salvato decine di migliaia di loro risparmiatori, mentre ha varato un maxidecreto confermando nuove regole per gli istituti di credito ha stralciato e rinviato le misure per risarcire i risparmiatori già danneggiati o eventualmenete danneggiandi. E, nel preoccuparsi a fondo del sistema bancario, dunque, non si è preoccupato di misure a favore, ad esempio, tanto di quelle piccole e medie imprese che sono sempre state il punto di forza dell'economia italiana quanto di quelle famiglie sempre più in difficoltà. Cosicché la disoccupazione è tornata a salire e le famiglie in stato di povertà a raggiungere i quattro milioni. Renzi all' l'Europa, insomma "il bue che dice cornuto all'asino".
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