"Domani - anche se il risalto che ne viene dato è a dire poco scarso - sarà il "Giorno del ricordo" delle stragi in cui morirono, per mano del regime comunista di Tito, migliaia e migliaia di innocenti civili italiani in Dalmazia e Venezia Giulia".
Qua e là per l'Italia, però, restano ancora decine di targhe stradali dedicate al boia Tito. Uno scandalo inaccettabile. Come scandalo inaccettabile sarebbe stato, se fossero rimaste, ancora oggi, vie e piazze dedicate a Hitler, a Stalin, a Mussolini, a Francisco Franco. A maggior ragione, poi, lascia perplessi il fatto che un appello per cancellare il nome del boia Tito dalle strade e dalle piazze
italiane dove ancora fa incredibilmente bella mostra di sé, lanciato già due anni fa dall'allora sindaco di Calalzo al Presidente della Repubblica, non abbia trovato una pur minima qualsiasi risposta. Eppure, proprio in questi giorni, il Presidente Napolitano non ha più avuto remore nel riconoscere il fallimento del comunismo. E quello del boia Tito, con le sue spaventose foibe, è stato, del comunismo, ben più e ben altro che un fallimento.
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