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"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.

venerdì 1 febbraio 2013

Non solo un fatto di cronaca

"Marius Pohrib, rumeno, 21 anni - è accaduto ad Aosta - ha sbandato improvvisamente con la sua auto, è piombato sul marciapiedi, ha investito gravemente due bambini in carrozzina e le loro mamme".
Fin qui la notizia nuda e cruda. Dietro il fatto, però, due circostanze di una gravità impressionante. La prima: Marius Pohrib, tre settimane prima, era stato denunciato per la rapina in una tabaccheria, ma era stato rimesso in libertà. Nella condizione, cioè, di continuare a vivere come se nulla fosse accaduto. La seconda: Marius Pohrib, quando è piombato con la sua auto sui due bambini in carrozzina e sulle loro mamme, è risultato - ad un primo esame dei test antidroga - in preda agli effetti di uno "spinello". E, però, questo potrebbe essergli perdonato, se lui, Marius Pohrib, riuscisse a dimostrare che lo "spinello fattosi" non era stato acquistato singolarmente per sé, ma era uno "spinello" acquistato, da qualcuno o insieme a qualcuno, per una "fumata di gruppo". Ai sensi di una strabiliante sentenza emessa - per ironia della sorte proprio lo stesso giorno dell'incidente di Aosta - dalla Suprema Corte di Cassazione. Addirittura a sezioni unificate. Ora, comunque, sarà interessante vedere se, anche questa volta, Marius Pohrib, in attesa dei suoi processi, verrà rimesso in libertà. Se gli sarà concessa, anche questa volta, le libertà - ove lo volesse - di rapinare ancora, di drogarsi ancora e, drogato, di piombare ancora con la sua auto sulle gente. Bella cosa, certo, il garantismo. Ma - come un po' tutti vorrebbero - almeno per quanti potrebbero meritarselo. Per quanti, insomma, ci si potrebbe verosimilmente fidare.
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