"Voto storico - è stato definito - quello che, al Palazzo di Vetro dell'Onu, ha approvato a maggioranza il primo trattato internazionale sul commercio delle armi convenzionali".
Voto storico, in effetti, ma con ripercussioni pratiche che i più attenti osservatori hanno subito definito per ora nulle. Qualche risultato - a loro parere - potrebbe cominciarsi ad avere, forse, tra due anni perché il trattato dovrà essere ora ratificato da ogni singolo Paese a partire dal prossimo giugno e potrà entrare in vigore soltanto dopo cinquanta ratifiche. Uno scetticismo più che legittimo, se si consideri che il "Comprehensive test ban treaty" (il trattato internazionale che proibisce i test nucleari) adottato dall'Assemblea generale delle Nazioni unite nel lontano 10 settembre 1996, non è ancora entrato in vigore. E che le potenti "lobby delle armi" - presenti soprattutto negli Stati Uniti, in Russia, in Cina, in Germania, in Francia e il cui mercato annuo vale oltre 70 miliardi di dollari - sono già scese in campo per boicottare lo "storico trattato". Con buone speranze di riuscirci.
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