"Altri due imprenditori strozzati dalle tasse e senza più la possibilità di portare avanti le loro aziende - è accaduto ieri - si sono uccisi. Uno nel Ferrarese, l'altro a Lipari".
Oggi, invece, è accaduto che il Consiglio dei Ministri guidato ancora dal professor Mario Monti, convocato per dare attuazione concreta ai primi pagamenti ed interventi in favore delle imprese creditrici, ha deciso di non decidere e di riconvocarsi di qui a qualche giorno. Mancanza attuale, evidentemente, di soldi in cassa. E con due speranze. La prima, furbescamente politica, di lasciare la "patata bollente" ad un auspicato nuovo Governo più immediato possibile. La seconda, al limite di un ipotetico cinismo, di lasciar suicidare il maggior numero di imprenditori in attesa ormai lunga e disperata del dovuto. Anche perché, immediatamente, c'è da conteggiare e pagare liquidazioni e vitalizi d'oro, per circa tre milioni di euro, a seicento parlamentari non rieletti. Come 250 mila euro a Gianfranco Fini, 217 mila a Massimo D'Alema, 216 mila a Livia Turco e a Domenico Nania, 175 mila a Roberto Maroni, 174 mila a Franco Marini, 158 mila a Gianfranco Micciché, 157 mila a Beppe Pisanu, 141 mila a Italo Bocchino, a Marcello Dell'Utri, a Claudio Scajola e così via sborsando. Perché, magari, non si suicidano per un'attesa troppo lunga. E perché le norme impongono che tali compensi debbano essere pagati, inderogabilmente, entro un mese dalla cessazione del mandato. Quelli, sì, inderogabilmente entro le scadenze di legge. Gli altri creditori che si uccidano pure...
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