"Poiché si dice che il sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti Antonio Gentile abbia fatto dure pressioni sullo stampatore dell' "Ora di Calabria" per impedire l'uscita della notizia di una indagine aperta a carico di suo figlio - si va chiedendo, con sempre più insistenza, in ambienti del Pd - che si dimetta o venga rimosso dall'incarico".
Ma il sottosegretario Antonio Gentile è - per questo fatto, tra l'altro, tutto ancora da chiarire - sotto inchiesta da parte della Magistratura? No. O, perlomeno, ancora no. E però, comunque, sarebbe da lodare ove facesse ugualmente, per il bene non solo del Governo, un passo indietro. Quello che obiettivamente non si capisce, tuttavia, è il perché, nel Pd, ci sia tanto accanimento nei confronti di un sottosegretario nemmeno indagato come Antonio Gentile e non si pronunci una sola parola nei confronti di quel sottosegretario alla Cultura, Francesca Barracciu, addirittura indagata e, per questo, fatta desistere - come noto - dalla corsa a nuovo Governatore della Sardegna. "Il Pd - ha certo detto, in una intervista di oggi al "Corriere della sera", l'onorevole Barracciu - è un partito garantista e il suo codice etico non esclude che ci si possa candidare anche in caso di avviso di garanzia". Allora, però, che si fa? Si vuol dare ragione a Silvio Berlusconi quando afferma che il garantismo e i codici etici valgono soltanto a senso unico?
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