"Pompei - si è saputo - sta ancora aspettando la nomina di quel direttore generale il quale dovrà gestire il grande progetto di ristrutturazione finanziato, con 105 milioni, dall'Unione europea".
Il solito ritardo determinato, oltre che dalla sempre più sonnecchiosa tradizione italiana nell'affrontare qualsiasi questione, anche dal sempre più vergognoso intreccio di veti e controveti politici e professionali. Questa volta, però, un ritardo ancor più deprecabile e pericolosissimo. Perché l'Unione europea, nello stanziare i suoi 105 milioni per il grande progetto di restauro della sempre più cadente e decadente area museale di Pompei, aveva fissato, come termine ultimo per la nomina del direttore generale e l'avvio concreto dei 39 previsti cantieri, domenica prossima 8 dicembre. Finora, ad una settimana scarsa da questa scadenza, ancora nessuna nomina, invece, del direttore generale. Basteranno, allora, i pochissimi giorni che ancora restano per non dover rinunciare a quei 105 milioni e, dunque, sia per non lasciare andare Pompei al declino definitivo sia per non fare, di fronte all'Europa, un'altra figura di irresponsabili cialtroni?
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