"Quando era nervoso si sfogava a calci e pugni su di lei, quando lei aveva dato alla luce una creatura quella era stata una femmina, non il maschio che lui avrebbe voluto e giù altre botte, quando un giorno lei era uscita con la piccola senza il suo permesso l'aveva quasi massacrata e così ora - è giunta notizia da Cagliari - è stato condannato a tre anni di domiciliari".
Ma che cosa vuol dire domiciliari? Nella stessa casa dove, fino ad oggi, ha martirizzato la povera moglie e, quindi, potrebbe continuare a farlo? Anche perché lui, un cittadino indiano di 36 anni, non ha affatto nascosto la sua barbara convinzione: "Io, a lei, faccio quello che voglio, ne ho tutti i diritti, me la sono comprata, è mia". Il Ministro per l'Integrazione, Cecilia Kyenge, dovrebbe forse meditare sul fatto che, se è riuscita a far avere a questo trentaseienne indiano il permesso di soggiorno, non è però riuscita a fargli avere un'educazione civile. O basta accogliere e, poi, quello che succede succede?
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