"Stalin - ha scritto, su "Il Corriere della sera", il filologo classico e storico politico Luciano Canfora - ha fatto, nei suoi venticinque anni di potere assoluto, una grande e potente Russia e di ciò è bene che si ritorni a dargli merito".
Peccato che il grande filologo classico e storico politico Luciano Canfora non abbia scritto anche che, per fare grande e potente l'Urss in quei venticinque anni, Stalin abbia fondato il suo potere assoluto su terrorismo di Stato, repressioni, purghe politiche, deportazioni, "gulag" e carestie il cui tributo, in termini di sangue, è stato calcolato - dagli storici più benevoli - in non meno di 15 milioni di morti. Un suo improvviso vuoto di memoria? Una sua adesione straordinariamente cinica al principio di Machiavelli secondo il quale è lecito al Principe, se fa "gran cose", violare ogni regola della morale comune? Una sua nostalgia canaglia? Sia come sia, con tutto il rispetto, un Canfora il quale, invece di essere pubblicato con grande evidenza, si sarebbe dovuto mettere sotto naftalina.
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