"Quando il magistrato Antonio Ingroia dice che "Forza Italia" nacque come punto di riferimento di "Cosa nostra" - ha tuonato uno dei fondatori del partito, il professor Giuliano Urbani - lo dice, impunemente, senza lo straccio di un elemento probatorio. Lo dice, anzi, quando invece un suo collega, a ridosso delle prime consultazioni elettorali dopo la nascita di "Forza Italia", ordinò il sequestro delle liste con i nostri iscritti, per il sospetto che ci fossero proprio infiltrazioni della criminalità organizzata, e, però, non trovò assolutamente nulla di oscuro o di poco chiaro".
Che cosa farà, dopo questo tuono indignato del professor Giuliano Urbani, il magistrato con vista sulla politica Antonio Ingroia? Si starà a vedere. Perché potrebbe finire in tre modi diversi. Uno: Antonio Ingroia ha elementi che provano come "Cosa nostra" abbia voluto la nascita di "Forza Italia" e, allora, continuerà a sostenerlo, ma dovrà, a questo punto, tirarli fuori per essere credibile. Due: Antonio Ingroia non è venuto mai a conoscenza dell'iniziativa, a suo tempo, del collega, ma non si preoccuperà di controllarla e allora, però, finirà per dare, di sé, l'immagine di un magistrato il quale non si comporta secondo le regole che impongono sempre e comunque la ricerca più scrupolosa della verità e, dunque, l'immagine di un magistrato il quale se ne va in giro a dire cose delle quali non ha alcuna certezza giuridica e solo un interesse politico. Tre: Antonio Ingroia sentirà il dovere, ora, di accertare in ogni modo quanto tuonato dal professor Giuliano Urbani e, a seconda di quanto ne emergerà, denunciare il professor Giuliano Urbani per falso o denunciare se stesso per calunnia. Dopo il tuono del professor Giuliano Urbani, dunque, "en attendant" il tuono del magistrato Antonio Ingroia.
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