"La Cancelliera tedesca Angela Merkel e il Presidente francese Nicolas Sarkozy - continua ad essere evidente - sono i più intransigenti nel chiedere inverosimili sacrifici alla Grecia per evitarle di uscire dalla "zona euro"".
Uno Stato - ci mancherebbe altro - deve giustamente essere in regola o fare del tutto per esserlo al più presto per non compromettere disastrosamente, oltre alla sua, l'intera economia europea. Ma c'è un particolare, tutt'altro da poco, che non tutti conoscono. C'è, cioè, che la Cancelliera tedesca Angela Merkel e il Presidente francese Nicolas Sarkozy, mentre continuano a chiedere alla Grecia i sacrifici più inverosimili, continuano anche ad imporle l'acquisto di armamenti di propria produzione. Tanto che la Grecia con l'acqua alla gola ha dovuto prevedere, nel suo pur fallimentare bilancio 2012, una spesa di sette miliardi di euro (il 18% in più rispetto all'anno precedente). E, a forza di acquistare armamenti dalla Germania (come 179 "panzer Leopard 1", 223 cannoni dismessi dalla Difesa tedesca, due sottomarini prodotti dalla "Thyssenkrupp", 223 carri armati "Leopard 2") e dalla Francia (come sei fregate, quindici elicotteri e un numero imprecisato di motovedette) ha finito per piazzarsi, pur nella sua miseria, al quinto posto nel mondo come Nazione importatrice di strumenti bellici. Grazie a "frau" Angela e a "monsieur" Nicolas, dunque, Grecia con i granai drammaticamente vuoti , ma con gli arsenali di guerra addirittura traboccanti. Con tanti saluti alla solidarietà tra Stati nella Comunità europea. Alla sovranità nazionale. Alla negazione di qualsiasi inaccettabile egemonia. E ad una politica etica fondata, anche, su un un netto taglio alla "lobby" dell'industria bellica.
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