"Se un sindaco sbaglia - aveva commentato freddamente Matteo Renzi, a proposito degli sciagurati comportamenti del "primo cittadino" romano, Ignazio Marino - è giusto che paghi".
Ignazio Marino, però, continua ad essere intenzionato a non pagare. Non solo le multe accumulate dall'ormai famosa sua "Panda" rossa, ma neppure il caos che sta creando, in mille modi, a Roma. E il Pd della Capitale è sempre più in difficoltà. Perché, pur volendo tanto sbarazzarsi di lui, è però preoccupato di avviare una crisi romana che chissà come potrebbe finire. Di qui il compromesso: Ignazio Marino venga a metterci lui la faccia, in Consiglio comunale, e a riferire su vicende in cui "alcune cose sono chiare, ma altre no". Solo che Ignazio Marino ha fatto sapere che avrebbe potuto essere in aula, di ritorno da un convegno a Londra, solo dopo la mezzanotte. E, così, tutto è stato rinviato a martedì della prossima settimana: il suo intervento, se non spunteranno altri impedimenti, e le due mozioni di sfiducia presentate, nei suoi confronti, dalle opposizioni. Nella speranza, da parte di Ignazio Marino, che l'Avvocatura del Comune, nel frattempo, possa trovargli una improbabile via di uscita. Ma solo per la "Panda" rossa. Per la sua disastrosa conduzione della città certamente no.
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