"Ricerca, innovazione, agenda digitale, competitività, sviluppo tecnologico, cultura - è quanto scritto, in una lettera inviata un mese fa al "premier" Renzi, dalla Commissione europea - l'Italia non ha una strategia".
Una sonora tirata di orecchi, insomma, che fa capire perché questa lettera sia stata tenuta nascosta da un "premier" il quale continua invece a delineare un presente e un futuro senza troppi priblemi. Ma, soprattutto, un avvertimento molto preoccupante. E cioè, se l'Italia non rimedierà neppure con il nuovo esame di settembre, addio ai 41 miliardi e mezzo di fondi europei per il settennio 2014-2020. L'ultima cosa, data la nostra "fame" di euro, che ci si potrebbe permettere. A parte la figura che si farebbe di irresponsabili "quaquaraqua".
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