Caterina B., la quale faceva credere di avere poteri speciali per dare aiuto e conforto al prossimo e imponeva addirittura le mani a pagamento, era da coinsiderarsi - secondo la Questura di Cuneo - solo una ciarlatana e, quindi, aveva ricevuto l'ordine di non continuare con la sua attività".
Il Tar del Piemonte, al quale Caterina B. si era rivolta sdegnata, ha dato però torto alla Questura di Cuneo, ha ritenuto la donna una brava e santa persona, l'ha riammessa a svolgere la sua attività. Caterina B., così, è di nuoovo, lì, a ricevere folle, ad imporre mani, a dare aiuto e conforto a pagamento. Anche se non in nome del Signore, in nome del Tar del Piemonte.
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