"Dopo i gravissimi incidenti che hanno preceduto la finale di "Coppa Italia" tra la "Fiorentina" e il "Napoli" - sabato a Roma - c'è stato un momento di dubbio: far disputare o no la partita".
Sì - hanno convenuto, alla fine, istituzioni dello Stato e massime autorità del Coni - ad evitare sicuri ulteriori incidenti ancora più gravi. Ma questo "si giochi" non è stato sufficiente. C'è stato bisogno di sentire il parere e la decisisone di "Genny 'a carogna", noto capo-tifoso partenopeo il quale, comunque, ha detto anche lui "si giochi". E la partita, così, si è potuta giocare con il conforto di tutti gli italici poteri: lo Stato, il vertice sportivo e la camorra. Con l'inno nazionale, come se non fosse bastato, subissato dai fischi. E il Presidente del Consiglio, con il Presidente del Senato, in tribuna d'onore. Ma l'Italia del pallone, dopo tutto quello di cui si sta rendendo sempre più protagonista, ha ancora il diritto di esistere? O gli interessi miliardari che le girano intorno possono giustificare e assolvere tutto e di più?
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