"Rivelando i compensi di Viale Mazzini - ha inoltrato ricorso urgente, al Tribunale di Bologna, la Rai - il sito "RaiWatch.it" ci sta gravemente danneggiando".
Il Tribunale di Bologna ha risposto, alla Rai, che il rivelare i compensi da lei elargiti non costituisce reato ai sensi di alcuna norma di legge? Macché. Il Tribunale di Bologna, in quattro e quattr'otto, ha deciso che il sito "RaiWatch.it" venisse oscurato. Infischiandosene, tra l'altro, del fatto che il direttore dell'Agenzia delle entrate, Attilio Befera, vada continuamente ricordando che il pagamento degli utenti Rai non è un canone, ma una tassa. E, dunque, ritenendo che i cittadini-utenti Rai non abbiano il diritto di conoscere come vengano impiegati i proventi di questa tassa. Ma, mentre si può capire perché Viale Mazzini cerchi di non far sapere, ad esempio, che il direttore generale, Luigi Gubitosi, guadagni 1.780 euro e il presidente, Anna Maria Tarantola, circa mille euro - ma al giorno, non al mese - non si riesce francamente a capire perché queste cifre, secondo il Tribunale di Bologna, debbano essere ritenute alla stregua di un sgreto di Stato. Come un segreto di Stato, sempre ad esempio, debba rimanere il fatto che Lucianina Littizzetto venga compensata con 20 mila euro, ogni volta che appaia nella rubrica tv di Fabia Fazio, per intrattenere gli utenti sulla sua e sull'altrui "Jolanda".
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