Attenzione - continuano a consigliare i giornali - attenzione al "redditometro" che sta per entrare in azione".
I giornali hanno ragione. Non solo perché si avrà dietro le spalle - i cittadini sempre, i veri ricchi chissà - una specie di "spia antiprivacy", ma soprattutto perché si dovrà stare attenti a quello che si intenderà acquistare. Una batteria da cucina nel mettere su casa? No - potrebbe saltare su l'Agenzia delle entrate - con quel suo reddito non sarebbe potuto andare oltre una pentola e una padella. Una peonia per il compleanno della suocera? No, con il suo reddito non più di un ciclamino da due euro. Una rivista seria di cultura e di approfondimento? No, con il suo reddito, tutt'al più, un numero di "Topolino". Un taglio di capelli e uno schampoo? No, con il suo reddito possibile soltanto una spuntatina qua e là senza alcun lavaggio. Ma, se gli euro per avere acquistato quei costosissimi beni e servizi a uno gli fossero stati regalati, li avese ereditati oppure li avesse vinti a una delle tante lotterie benedette dallo Stato? Bene - risponderebbe l'Agenzia delle entrate - ce lo dimostri. E uno, dunque, lì a trascorrere giornate su giornate per rincorrere i benefattori, rintracciare i testamenti e magari i cari defunti, farsi rilasciare documentazione della vincita benedetta dallo Stato per presentarla al maledetto Stato che continuerà ad essere forte con i deboli e debole con i forti. "Ma no - ha cercato di rassicurare Attilo Befera, direttore dell'Agenzia delle entrate - non saremo così terribilmente invadenti e intransigenti". Allora, però, che cosa farà? Non applicherà le precise norme contenute nello sconcio "redditometro" montiano? "Chi vivrà - circola ancora il vecchio proverbio popolare - vedrà". Con la speranza, però, che il "redditometro" non venga a contestarci che, con quel reddito, non saremmo mai potuti arrivare a quel numero di diottrie negli occhiali da vista.
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