"Noi - ha fatto sapere la Suprema Corte di Cassazione - abbiamo spedito già il 28 settembre scorso, alla Procura di Milano, la notifica della sentenza di condanna nei confronti del direttore de "Il Giornale", Alessandro Sallusti". "Ma noi - ha fatto sapere, a sua volta, la Procura di Milano - non l'abbiamo ancora ricevuta".
Che dire? Che, passati già venti giorni, la Suprema Corte di Cassazione avrebbe fatto meglio ad affidare la notifica da far giungere alla Procura di Milano ad un suo "camminatore" anziché a Poste italiane: sarebbe arrivata prima e con certezza. Oppure che la notifica è puntualmente arrivata alla Procura di Milano, ma qui si è poi arenata sulla scrivania di qualche magistrato Ponzio Pilato il quale, piuttosto che essere indicato e ricordato come il "crocefissore" della libertà di stampa, sta aspettando che il direttore de "Il Giornale" possa avvalersi della nuova legge sull'informazione in lenta gestazione nelle aule parlamentari. Ma, intanto, il direttore de "Il Giornale"? Lui - secondo gli amici - ha già preparato, per precauzione, il suo fagottello con il pigiama, lo spazzolino da denti e un chilo di arance.
.
Nessun commento:
Posta un commento