"Il Pd silenzi i suoi conservatori - ha intimato Mario Monti - e il pdl Renato Brunetta smetta di influenzare il suo partito con l'autorevolezza di un professore con una certa statura accademica".
Pd e Pdl hanno immediatamente reagito all'autoritarismo dal sapore fascista e alla sgarberia dal sapore di osteria paesana di quel Mario Monti il quale, dunque, sembra avere smesso l'elegante "loden" per indossare la pelle d'animale dell'uomo primitivo. Ma ha immediatamente reagito anche Santa Romana Chiesa la quale, attraverso le parole di un sempre meno convinto montiano cardinale Angelo Bagnasco, ha auspicato che "la campagna elettorale, per portare a un buon esito", sia "più costruttiva e rispettosa, pur dentro una giusta dialettica, delle diverse posizioni". Una severa bacchettata, dunque, proprio da quei padri spirituali dei suoi antichi e fedeli "apripista" Pierferdinando Casini e Andrea Riccardi. I quali, invece, non hanno mostrato alcuna reazione. Come se piacesse loro il ruolo di moderni italici Sancho Panza erranti dietro ad un moderno italico hidalgo il quale, giorno dopo giorno, sembra non prendere coscienza del suo trasformarsi in una sorta di don Chisciotte fuori dal mondo e dalle sue regole.
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