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"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.

mercoledì 2 gennaio 2013

Cesa o non Cesa?

"Ci sarà, sì, un rinnovamento profondo nell'Udc - ha confermato Pierferdinando Casini - ma non la rottamazione di persone onestamente impegnate in politica".
D'accordo - dicono vada sostenendo quell'Enrico Bondi che Monti ha incaricato di fare l' "analisi del sangue politico" a quanti vorrebbero entrare nelle "liste dell'agenda" - d'accordo, ma, per esempio, il segretario dell'Udc, Lorenzo Cesa? Va bene che Lorenzo Cesa - per un motivo o per un altro - non è mai rimasto vittima di un alto valore di giudiziario cattivo colesterolo, ma ad Enrico Bondi non va e non piace che il "sangue politico" del segretario dell'Udc sia stato contagiato, in qualche modo, secondo qualche esame nei laboratori della Magistratura. Come non va e non piace che il presidente dell' Udc, Rocco Buttiglione, continui a collezionare conferme in Parlamento e a chiudere ogni accesso a nuove presenze. Ma - ecco il punto e il nodo da sciogliere - a Pierferdinando Casini non va e non piace tutto questo che non va e non piace, in particolare per Cesa e per Buttiglione, all'analista inviato da Monti per gli "esami del sangue politico". Ma allora? Come andrà, allora, a finire? "Quivi parrà sua nobilitate" - ma, soprattutto, sua credibilità e coerenza - da parte dell'italico Ferdinando II d'Aragona anni duemila e, cioè, dell'italico "re dell'agenda" Mario Monti I da Varese. Dovrà essere alla fine lui, infatti, a decidere se sostenere il suo inesorabile EnricoBondi-Torquemada o se arrendersi, per qualche suo calcolo, al capitano di ventura e monsignore laico Pierferdinando Casini da Bologna, da Bertone e da Caltagirone.
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