"Noi - ha scritto Michele Santoro, a Chicco Mentana, dopo che "La 7" non ha ritenuto accettabili certe sue richieste e non gli ha dunque firmato il contratto - noi siamo diversamente liberi".
Chicco Mentana gli ha risposto - per dirla in romanesco - "ma che vor dì? Che vor dì semo diversamente liberi?" Ma, allora, Chicco Mentana, questa volta, o non è stato pronto a capire o di non capire ha finto. Sarebbe stato sufficiente, infatti, che avesse messo sul piatto della bilancia la sua tenace voluta libertà di essere obiettivo, misurato, rispettoso dei fatti e delle persone, sganciato da qualsiasi pregiudizio, perfino consapevole dei suoi limiti, quei limiti che ogni essere umano ha per natura - chi più, chi meno - se non si ritiene un dio. E, sull'altro piatto, la mai voluta libertà di Michele Santoro di essere, correttamente ed educatamente, tutto questo. Due modi, appunto, di essere diversamente liberi. Ma uno giusto e l'altro - secondo molti - no.
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