"Roberto Benigni - continuano le critiche ad alcuni passi della sua esibizione durante la serata dedicata dal "Festival di Sanremo" all' Unità d'Italia - ha commesso almeno due errori clamorosi. Il primo è là dove ha detto che il tricolore della bandiera è da ricollegarsi alla descrizione dantesca di Beatrice nel Purgatorio quando, invece, è da ricollegarsi ai tre colori già esistenti nella bandiera della Repubblica cisalpina. Il secondo è là dove ha detto che le stoffe rosse per le tradizionali camicie dei Mille erano state acquisite in Argentina quando, invece, erano state acquisite in quella Montevideo che Garibaldi stava difendendo proprio dall' Argentina".
Che cosa dire? Ci sarebbe da dire, indubbiamente, molto. Ma oggi, qui, "Fatti e misfatti" preferisce limitarsi a ricordare di avere annotato - alla vigilia del "Festival" - che sarebbe stato molto più conveniente, per una "mezz'ora patria", invitare un bravo professore di storia per 50 euro piuttosto che un pur bravo personaggio di spettacolo e bravo venditore di se stesso per 250 mila euro. Molto pià conveniente economicamente. Ma, viste le "papere" di Roberto Benigni durante l'esibizione, più conveniente anche storicamente e culturalmente. Oltre che dal punto di vista dell'immagine.
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