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"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.

domenica 31 maggio 2015

Quel "pover'homme" di Giulio Giuseppe

"Giulio Giuseppe Lampada, condannato a 14 anni e 5 mesi per associazione mafiosa in quanto riconosciuto di essere il braccio imprenditoriale e finanziario del clan Condello (l' "élite" della 'ndrangheta di Reggio Calabria a Milano) - con sentenza appena emessa dai giudici del Tribunale del riesame - potrà lasciare la Comunità protetta "Pra' Ellera" di Cairo Montenotte e scontare i rimanenti anni di pena ai domiciliari".
La motivazione? Perché lui - pover'homme - subito dopo la condanna è caduto in depressione davanti alle divise degli agenti penitenziari e, quando per questo è stato trasferito prima in una struttura ospedaliera esterna e poi nella Comunità protetta, è caduto in depressione davanti  ai camici bianchi di medici, infermieri ed assistenti. Cosicché - pover'homme - non rimaneva che trasferirlo ai domiciliari. E i suoi domiciliari - pover'homme - sono una lussuosa villa bunker. Dove verrà sicuramente circondato da rassicuranti signori in frac e da signore in abito da sera che lo solleveranno dalla depressione. Sarà che lui - come sostiene - è Cavaliere di San Silvestro e altri condannati, anche per reati molto meno gravi dei suoi, non sono nemmeno stallieri di santa pupa? Complimenti, Giulio Giuse'. E, naturalmente, ai giudici del riesame.
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