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"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.

mercoledì 13 maggio 2015

Le spalle su e giù di Renzi

"Fassina vuole andarsene dal Pd? - ha alzato le solite spalle il segretario del partito e "premier" Matteo Renzi - E' un problema suo, non nostro".
Molti, nel Pd, le spalle le hanno però tenute al loro posto e sono scettici sull'opinione renziana sul "Fassina chissenefrega".  Senza contare che, nella minoranza tutta del partito, invece di alzare le spalle, hanno alzato i toni del loro dissenso. "Renzi sbaglia - ha detto Roberto Speranza - Non è un problema solo di Fassina: è un problema di tutto il Pd". E Gianni Cuperlo: "Se persone valide come Civati e Cofferati lasciano il Pd e Fassina riflette a voce alta sulla possibilità di fare la stessa cosa, la replica non può essere che è un problema loro: il problema è tuo, Matteo, il problema è nostro" E Matteo, seppure di controvoglia e per non creare un "caso" proprio alla vigilia delle regionali, deve essersi allora convinto ad abbassare di nuovo le spalle e a fingere di fregarsene di meno. Come dimostrerebbe il fatto che l'elezione del nuovo capogruppo alla Camera, al posto del non più "affidabile" Roberto Speranza, è stata rinviata ad elezioni concluse. Sempre nella speranza, comunque, che Speranza non esageri nel frattempo.
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