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"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.

martedì 19 maggio 2015

"La Repubblica" delle contraddizioni

"Da più di vent'anni - ha scrittto in una articolo di fondo su "La Repubblica, a proposito della sentenza della Consulta sul dovuto reintegro delle pensioni, Antonio Penati - gli interessi dei giovani e di chi lavora sono sacrificati sull'altare dei Diritti acquisiti. E, ogni volta che un Governo cerca di contenere la spesa pensionistica, basta invocare i Diritti acquisiti. E tutto si blocca".
E' vero. E' storia. Una storia che ognuno, naturalmente, è libero di commentare e di accettare come meglio crede. Sarebbe interessante conoscere, allora, come abbiano fino ad oggi interpretato questa storia e, ieri, l'articolo di fondo di Antonio Penati su "La Repubblica" due tra i tanti campioni dei Diritti acquisiti: il fondatore del giornale, Eugenio Scalfari, il quale percepisce da circa 40 anni un vitalizio parlamentare acquisito di 2.200 euro mensili, e quel Corrado Augias il quale "tiene" la rubrica quotidiana della posta dei lettori e, intanto, sta intascando, da sedici anni, anche lui un vitalizio da europarlamentare dello stesso ammontare. Antonio Penati, comunque, verrà severamenete bacchettato per il suo irriverente ardire? Eugenio Scalfari e Corrado Augias si saranno finalmente vergognati del loro privilegio acquisito e si saranno pentiti di avere contribuito a danneggiare i giovani e i loro sacrosanti interessi? Oppure né l'una né l'altra cosa? Perché questa è certa Italia di tanti "quaquaraqua". Specialmente se mascherati da moralizzatori e sempre pronti a salire sul pulpito per giudicare e condannare gli altri. Quasi tutti migliori di loro.
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