"Insospettiti da certo traffico - l'episodio è avvenuto a Zagarolo, in provincia di Roma - i carabinieri sono andati a curiosare nell'orto dell'integerrimo medico di base".
Vi hanno trovato erbe medicinali tipo aneto, calendole, crispino, genziana, malva, rafano, ruta, sambuco, tarassaco, zenzero? Macché. Vi hanno trovatao un bel numero di piante di cannabis in piena vegetazione. E poi, quando il sopralluogo si è spostato dall'orto alla casa, hanno scoperto oltre dieci chili di foglie già essiccate, dalle quali si sarebbero potute ricavare centinaia di dosi, duecento grammi di marijuana già pronti per il consumo e - accorgimento di buon medico previdente - un centinaio di semi in attesa di essere piantati. Risultato? Il dottore-coltivatore diretto di cannabis è stato denunciato, ma gli sono stati concessi gli arresti domiciliari. Nel senso, però, che non potrà uscire di casa di casa - e, quindi, non potrà recarsi neppure nell'orto - oppure l'orto è stato inteso come parte del suo domicilio ristretto? Non è questione da poco. Nel secondo caso, infatti, certa coltivazione potrebbe anche continuare. Magari con semi diversi: non più di cannabis, ma di papavero.
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