"La benzina - si sono giustificati i petrolieri - ha raggiunto i due euro al litro a causa dell'euro debole e delle forti tasse dello Stato". "Siamo costretti ad aumentare le accise di 0,51 centesimi al litro - si erano giustificati ultimamente i competenti organismi governativi - per fronteggiare alcune gravi emergenze".
Giustificazioni tecniche, il cui effettivo valore, però, è stato messo in discussione anche da numerosi economisti. Ma, soprattutto, giustificazioni che puzzano di marcio, se appena si consideri che i due ultimi ritocchi al prezzo della benzina - uno ieri dei petrolieri e uno l'11 agosto scorso dei competenti organismi governativi - sono stati decisi in momenti di maggiore utilizzo delle auto: in occasione dell'esodo e in occasione del controesodo di Ferragosto. Un "acchiappo" vigliacco che - stando alle Associazioni dei consumatori - costerà in media, ad ogni famiglia, direttamente 420 euro in più nell'anno e indirettamente - considerando i riflessi che l'aumento a due euro al litro avrà sul trasporto delle merci - 768 euro in più. "Italiani - l'appello amaramente ironico è apparso già su qualche "blog" - cominciate a riprendere in considerazione, per i vostri spostamenti, asini e cavalli".
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