"Nel 2008 - ha scritto il signor Fausto Bioslavo al quotidiano "Il Giornale" - mia moglie ed io abbiamo chiesto di adottare un bambino italiano. Dopo quattro anni trascorsi a produrre carte e documentazioni infinite, ad essere sottoposti a visite mediche, psicologiche e legali, ad essere mandati da un ufficio all'altro con file di ore, alla fine, qualche giorno fa, il responso: no, niente adozione perché sono trascorsi tre anni dalla vostra richiesta e queste richieste decadono dopo tre anni".
Assurdo? Surreale? Sicuramente sì. Ma, attenzione, con un retroterra sotterraneo quanto scandaloso. In Italia, cioè, molte strutture private vivono esclusivamente grazie a cospicui compensi in quanto si sono proposte per ospitare proprio bambini italiani rimasti senza genitori. E, allora, meglio - evidentemente - non tagliare loro questo "business". Meglio non disturbarle. Meglio non dare il minimo fastidio all'ennesima casta: la "casta degli orfanotrofi".
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