"Un imprenditorte di Gela - ha pubblicato "Il Giornale" - tre anni fa ha arrotondato per difetto (due centesimi) l'Iva da versare nelle casse dello Stato".
E allora? Non lo avesse, allora, mai fatto. Perché, proprio pochi giorni fa, gli è arrivata una cartella esattoriale che, per quei due centesimi arrotondati, gli chiede ora il pagamento di 81 euro. E, cioè, una cifra quattromila volte superiore a quella tre anni fa dovuta e in buona fede arrotondata. La solita "cartella pazza"? Nemmeno per sogno. Cartella - almeno secondo la società di riscossione che l'ha emessa - con piena facoltà di intendere e di volere. Soprattutto di volere. E di volere tutto e subito, pena il fermo amministrativo dell'auto dell'ingenuo imprenditore. Il quale, avendo dovuto apprendere l'assurda lezione, correrà ora a pagare gli 81 euro senza arrotondare a 80.
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