"Domenica in piazza San Pietro - aveva organizzato un corteo la famiglia Orlandi - per ascoltare una parola, una preghiera del Papa su Emanuela".
Ma Papa Benedetto XVI°, domenica al suo "Angelus", ha salutato di tutto e di più, perfino gli sportivi che praticano il tiro con l'arco e, però, neppure un pensiero alla giovane, per la cui misteriosa e inquietante scomparsa avvenuta trent'anni fa è stato da pochi giorni indagato, oltretutto, l'ex rettore della basilica di Sant'Apollinare. Domanda: ma chi è che scrive, ogni volta, quello che Papa Benedetto XVI° dovrà poi leggere perlomeno ai fedeli in piazza? E perché, in questa occasione, ha ritenuto cosa più saggia e più cristiana far ignorare a Papa Benedetto XVI° la composta e rispettosa aspettativa per Emanuela? Perché, piuttosto che fargli pronunciare anche una frase semplice e generica, fargli fare una figura di anima distratta e insensibile? C'è da restare davvero perplessi. E da ritenere che, entro le mura vaticane, non stiano soltanto svolazzando neri corvi con in becco le carte più segrete della Santa sede, ma anche rapaci avvoltoi con in becco il piano per offuscare l'immagine di Papa Benedetto XVI° e limitarne sempre più il suo ruolo anche pastorale.
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