"Niente ipocrisie - ha dichiarato, in una intervista, l'onorevole Luciano Violante - tagliare i rimborsi elettorali di quest'anno ai partiti è impossibile perché alcuni li hanno già cartolarizzati con le banche".
E' vero. Ma perché alcuni partiti hanno cartolarizzato questi rimborsi? Perché la legge lo consente. Ma perché la legge lo consente? Perché assurda e varata dai partiti "pro domo" loro. Trattandosi infatti di rimborsi elettorali, giustizia, etica ed equità avrebbero dovuto consentire che la differenza positiva tra quanto elargito con manica larga ai partiti per le spese elettorali e quanto effettivamente da loro speso di gran lunga in meno fosse in qualche modo restituito allo Stato. Invece no. La differenza, mentre gli italiani continuano ad essere tartassati, viene dai partiti vergognosamente cartolarizzata. Se non - come in qualche caso ancor più scandaloso - investita in diamanti, in lingotti d'oro, in operazioni finanziarie da vergogna, in esborsi incontrollati e, addirittura, in spese personali di questo o quell'esponente più o meno di rango.
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