"Basta 'n po' co' 'st' omertà - è comparso un cartello accanto a "Pasquino", la più celebre "statua parlante" di Roma - Chiesa, Stato e criminalità, è 'r momento de parlà".
Il cartello si riferisce al sempre più inquietante mistero legato alla scomparsa di Emanuela Orlandi, il 22 giugno 1983, e alla collegata sempre più incomprensibile sepolturta, all'interno della chiesa di sant'Apollinare, del tristemente noto "boss" della "banda della Magliana", Enrico De Pedis, il 24 aprile 1990. Sarà finalmente rotta, ora che anche "Pasquino" ha parlato, questa lunga omertà? Mah. Verosimilmente, tuttavia, non la romperà la criminalità che tra l'altro, di questi tempi, ha ben altro da fare in città. E non la romperà neppure la Chiesa non foss'altro perché - come noto - per le sue decisioni ha avuto e continua ad avere sempre bisogno di tempi ben più lunghi di 29 anni. Resta lo Stato. Lo Stato italiano che non si capisce perché, almeno lui, non abbia agito già da tempo. E che oggi, magari, potrebbe continuare a non agire invocando, questa volta, l'attuale stato di crisi economica: rimuovere una lapide, ispezionare una bara, scoprire finalmente tutta o parte della verità, prendere le decisioni conseguenti più opportune, ricollocare una nuova lapide e portare a termini le indagini potrebbe costituire una spesa difficilmente sostenibile. "Pasquino", pensaci di nuovo tu...
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