"Per me - ha commentato il segretario dell'Udc, Pierferdinando Casini, il no della Camera all'arresto dell'ex sottosegretario Nicola Sorrentino - è stato un errore politico".
Legittimo, per carità, ritenere il no della Camera un errore politico. Obiettivamente, tuttavia, andrebbe ricordato che la Camera non era stata chiamata ad esprimersi sulla opportunità politica di mandare in galera l'ex sottosegretario Nicola Cosentino, ma era stata chiamata ad esprimersi sulla consistenza giuridica delle prove raccolte dal magistrato e della sua richiesta d'arresto. Tutt'altro che una questione politica, dunque, come hanno ritenuto anche - in contrapposizione con il loro segretario - molti deputati dell'Udc. E, se non si voglia denigrare la Camera fino ad equipararla ad una stalla, neppure - come se n'è uscito, con la sua consueta leggerezza, Antonio Di Pietro - "un mercato delle vacche con tutto il rispetto per le vacche". Il tutto, naturalmente, a prescindere da come il "caso Cosentino" si concluderà, alla fine, nella naturale sede processuale. Ma questo è, se si vuole essere seri, un altro discorso.
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