"Dopo i rincari al bar - è stato annunciato - gli onorevoli deputati troveranno alla Camera, di ritorno dalle ferie invernali, rincari anche al ristorante. Una minestra, per esempio, da due a quattro euro, un piatto di tonnarelli con cicoria e salsiaccia o di pennette all'arrabbiata da quattro a cinque euro, un contorno da gratis a tre euro, un litro di acqua minerale da 6o centesimi a un euro, ma, in compenso, nessun aumento per i "secondi". Il pranzo completo, insomma, a meno di venti euro".
Gli onorevoli deputati, naturalmente, non hanno nascosto di non gradire. E i mugugni sono andati ad aggiungersi, nelle onorevoli cucine, al borbottìo delle minestre sui fornelli. C'è da capirli, però, poveri onorevoli deputati: prima i terribili rincari al bar, ora i terribili rincari al ristorante. Una cosa, comunque, si potrebbe fare per non indurli al suicidio per povertà: le brave famiglie italiane, magari quelle con un padre cassaintegrato o un figlio disoccupato, potrebbero a turno invitare a pranzo, ogni giorno, chi uno chi un altro degli onorevoli deputati "messi in mutande" dagli avidi centri-ristoro di Montecitorio. Per la Patria e per i suoi servitori, che diamine, va fatto questo e anche altro!
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