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"Fatti e misfatti" è una puntuale selezione di episodi e di protagonisti che in Italia - ma anche nel resto del mondo - si sono distinti, si stanno distinguendo o si distingueranno "in modo particolare" e che tuttavia sono stati, sono e saranno troppo spesso ignorati o sottovalutati dagli organi di informazione. Pane al pane, senza alcuna appartenenza politica, con il solo referente della verità. Una verità che potrà essere velata di una profonda amarezza o sostenuta da una feroce ironia, mai però intrisa di facile qualunquismo.

lunedì 22 agosto 2011

Tasse tra inferno e paradiso

"E' un dovere di tutti - è salito sul pulpito. a Madrid, il Presidente della Conferenza episcopale italiana, Angelo Bagnasco - pagare le tasse".

Sacrosanto ammonimento. C'è, tuttavia, chi osserva da quale pulpito giunga la predica. In quanto la Chiesa cattolica, di tasse, continua a non versarne neppure un euro. Non perché certo, sia da annoverare tra gli evasori. Ma perché, tra esenzioni e privilergi, pagare le tasse non le è dovuto. Come, ad esempio, l'Ici - non sulle chiese e sugli altri luoghi di culto - per carità - ma su tutti gli immobili destinati ad attività commerciali e alberghiere. Come L' Irpef. Non su quanto ricevono i religiosi per il loro sostentamento - per carità - ma su quanto ricevono - tra stipendi, liquidazioni e pensioni - i dipendenti della Santa sede e dello Stato della città del Vaticano. Come i diritti doganali e daziari. Non sugli oggetti sacri - per carità - ma su tutte le merci e tutti i medicinali in arrivo da qualsiasi località estera e venduti in buona parte, tra l'altro, nello spaccio e nella farmacia dalle parti del Portone di Sant'Anna. Tutte imposte non dovute, d'accordo, per intese particolari e speciali. Ma - la Chiesa dovrebbe insegnarlo per prima - la solidarietà non dovrebbhe essere imposta per legge: dovrebbe essere suggerita dall'etica e dall'amore per il prossimo. Accordi particolari e speciali le hanno consentito di vivere in un legale paradiso fiscale? Ben per lei. Ma qualcuno starebbe ora lì a negarle la volontà di partecipare, a sua volta, ad un nobile contributo per la ripresa del Paese? Di rinunciare, magari solo in occasione di questo momento difficile, a qualcuna delle sue esenzioni e a qualcuno dei suoi privilegi miliardari? No davvero. E, allora, sarebbe bello ed edificante, se il presidente della Conferenza episcopale italiana, Angelo Bagnasco, dopo avere giustamente minacciato l'inferno agli italici evasori fiscali, annunciasse al più presto una buona azione da paradiso. E, cioè, che la Chiesa cattolica è pronta anche lei, pur non a cingersi addirittura la vita con il cilicio, a stringere un pochino, almeno, la cinghia.

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