"Nicola Cosentino, Sottosegretario all'economia e candidato "in pectore" alla Presidenza della Regione Campania - continua ad insistere il suo collega di partito Italo Bocchino - deve dimettersi da tutto dopo che la Procura di Napoli lo ha accusato di collusione con il "clan" dei Casalesi".
Italo Bocchino nobile alfiere della più rigida etica politica? Un momento, attenzione, prima di applaudirlo. Perché c'è da ricordare un fatto quanto mai significativo: quando la stessa Procura di Napoli, il 28 gennaio scorso, gli ha notificato una informazione di garanzia nell'ambito dell'inchiesta "Global service" sulla manutenzione delle strade partenopee, lui, il severo e intransigente Italo Bocchino, non solo ha invocato ed ottenuto dai suoi colleghi di partito la massima solidarietà, ha avuto a che ridire nei confronti dei giudici e si è riempito la bocca di garantismo blà blà, ma non gli è passato neppure un momento per la testa di dimettersi dalla sua carica di vicepresidente dei deputati del Pdl. Ma allora? Delle due, allora, una. O, secondo Italo Bocchino, le dimissioni - come la giustizia - non possono e non devono essere uguali per tutti. O più semplicemente, a Italo Bocchino, il collega Nicola Cosentino gli sta proprio su quelle "due cose lì".
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