"Carlo Deodato, il capo di gabinetto del "ministro antifannulloni" Renato Brunetta - è stato confermato - percepisce tuttora tre stipendi: un primo (130 mila euro esclusi gli appannaggi vari) perché consigliere di Stato, un secondo (80 mila euro) perché capo di gabinetto, un terzo (28 mila euro) perché tecnico di supporto del Commissario straordinario per la gestione dell'emergenza idrica del Simbrivio".
Ma Carlo Deodato non aveva assicurato, qualche mese fa, che non avrebbe chiesto altre proroghe per rimanere ancora nell'incarico di consigliere di Stato? Sì, l'aveva assicurato. Ma, poi, non l'ha più fatto. Nel senso che ha rinnovato un'altra richiesta di proroga e questa richiesta di proroga è stata accolta a maggioranza con voto segreto. Che cosa dire, allora? Che Carlo Deodato, forse, si è comportato così non per attaccamento al danaro, ma per non rischiare le ire del "suo" ministro Brunetta. Il quale, a conoscenza che il proprio capo di gabinetto aveva rinunciato ad un lavoro, avrebbe magari potuto includerlo nella lista nera dei fannulloni. Con chissà quali conseguenze.
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